La mia idea di selezione del border collie, riportata in questa intervista

FACCIA A FACCIA CON…
Federica Bortolotti
Presente nel mondo border da 14 anni, è una delle più grandi allevatrici di border da lavoro In Italia. Il suo allevamento Jpotbordercollie
vanta molti soggetti (sia suo che allevati da lei e ora in mano ad altre persone) nelle classi più alte sia nelle gare di sheepdog che nelle altre attività.
– Perchè hai deciso di allevare border da lavoro? come nasce Jpot?
“Non ho deciso di allevare, e’ nato tutto naturalmente e col tempo, credo che mi abbiano definito allevatrice prima gli altri che io stessa. Allevare, o meglio selezionare (a pare mio sono due cose diverse), e’ sempre stata per me un’esigenza, non una scelta a tavolino. Il mondo della riproduzione (in tutte le specie animali e vegetali pure 😆) mi ha sempre affascinato in ogni sua sfumatura. Non ho mai deciso di avere fattrici e stalloni per riproduzione, io ho sempre avuto cani miei presi o tenuti per lavorare con me e in seguito (se meritevoli) fatti riprodurre, ma non per venderli o cederli, ma per due semplici motivi; primo: la curiosità (e tentativo) di ottenere soggetti che rispecchiassero le mie aspettative (la parte più entusiasmante perché ogni accoppiamento per me è una sfida) e secondo selezionare il cane buono per me stessa. Il Border è solo uno, la dicitura “da lavoro” non dovrebbe esistere, piuttosto le altre linee nel momento in cui si discostano dal Border in origine dovrebbero avere diciture che li possano descrivere nel caso. Il Border è da lavoro fin dall’origine e non dovrebbe esserci necessità di ricordarlo.”
– Un allevamento ha di base un idea su cui poi si basa l’intera selezione. Qual è la tua idea di border? Come è maturata e/o continua a maturare nel tempo?
“La mia idea di Border è stata chiara fin dall’inizio. Ricordo ancora le emozioni che ho provato le prime volte che li ho visti lavorare sul serio e li e’ stato chiaro per me che quella era la strada che avrei percorso. E da subito i miei viaggi in UK a lavorare, gareggiare e vedere cani. Perché è li che il Border collie esprime tutto sè stesso, e’ li che terreni, pecore e handler riescono a esprimere il meglio di questi cani. Lì, di volta in volta, vedendo i top, la mia idea si è affinata. Vedendo cosa questi cani sono in grado di fare e, non per secondo, portando i miei cani a lavorare in campi diversi, con greggi diversi e con anche l’aiuto di grandi handler ho capito e sperimentato quali sono le caratteristiche che secondo me deve avere questa razza per svolgere davvero il compito per cui è stata selezionata. Non avrei potuto selezionare Border collie senza aver mai visto cosa possono davvero fare, se non si vede con i propri occhi di cosa sono capaci come si può avere obiettivi chiari?”
– Quali sono i criteri che usi per la scelta di un accoppiamento? Come parte l’idea di una determinata cucciolata?
“A questa domanda non è facile rispondere. I criteri sono infiniti, dipende dai soggetti che hai davanti, perchè in base ai cani che hai i criteri possono cambiare. Sono una persona molto istintiva e negli accoppiamenti ci metto l’istinto come prima cosa. Le sensazioni sono i criteri che più ascolto. L’obiettivo primo è selezionare il Border che io vorrei per poter lavorare con me sul bestiame. Le mie riflessioni sono sempre improntate sul lavoro sulle pecore e niente altro se non la salute. Selezionare buoni cani anche solo valutando le caratteriste lavorative non è facile anzi, è difficilissimo, ecco perché perdersi in altre valutazioni e obiettivi non è a parer mio sensato, oltre al fatto che non è di mio interesse.”
– Hai girato l’Europa per questa razza, quanto è importante viaggiare e vedere in prima persona i cani lavorare per poter scegliere un determinato maschio per una Accoppiamento o per allargare il tuo branco?
“Non è importane, è necessario. Primo perché, come ho già detto, è solo vedendo il Border collie nel suo ambiente naturale e preparato da persone che lo hanno nel sangue da generazioni e che esaltano al massimo le loro caratteristiche istintuali, che riesco a pormi degli obiettivi chiari e ben definiti, secondo perché per me vedere i cani lavorare dal vivo è importantissimo. Poter lavorare i miei cani poi e competere con i migliori mi ha sempre poi insegnato tantissimo. Grazie a loro ho potuto conoscere meglio i miei border, pregi e difetti.”
– Come scegli i soggetti da tenere in allevamento da una determinata cucciolata?
“L’aspetto istintuale non è identificabile da cuccioli, quindi scelgo a sensazione niente di più .”
– Quanto è importante valorizzare un cane per la selezione? Quando un soggetto può essere ritenuto “buono”?
“Per me un soggetto è “buono” quando ha le potenzialità per arrivare a fare ciò che i miei occhi vedono fare ai Border collie in Galles, Scozia, Irlanda e Inghilterra per lo più. Se non ne ha le potenzialità non è un problema, non verrà riprodotto, ma sarà un fantastico cane da compagnia e compagno di vita. In riproduzione non voglio scendere a compromessi, voglio essere obiettiva con i miei cani e anche critica. Non tutti meritano di essere accoppiati e molti dei cani che ho tenuto infatti non sono stati riprodotti. Questo non significa che non siano comunque dei cani eccezionali comunque come compagni di vita. Ma per me la selezione va fatta con la testa non con il cuore, seleziono solo i cani che meritano non quelli a cui voglio bene.”
– Nella selezione quanto conta “il pedigree” (linee di sangue, parenti con titoli ecc) rispetto alle capacità del singolo cane e/o ai risultati?
“Il pedigree saputo leggere conta tantissimo e ti da delle dritte importanti nelle scelte. La base è avere un cane meritevole se in più hai anche un pedigree e’ un aiuto notevole”